La qualità dell’assistenza nelle strutture socio-sanitarie è direttamente proporzionale alla stabilità, motivazione e competenza del personale. Tuttavia, oggi le RSA affrontano una doppia sfida: da un lato la difficoltà nel reperire nuove risorse qualificate, dall’altro il rischio di perdere professionisti esperti a causa del turnover e del burnout.

In un contesto in cui la popolazione anziana cresce e la complessità assistenziale aumenta, il capitale umano è il vero cuore pulsante della struttura. Gestirlo in modo strategico non è un’opzione: è una necessità.

La crisi del personale: una realtà sempre più diffusa

Secondo i dati del settore, molte RSA registrano oggi una carenza strutturale di infermieri, OSS e personale specializzato. Le cause sono molteplici: retribuzioni non sempre competitive, carichi di lavoro elevati, scarsa valorizzazione del ruolo, e più in generale un’immagine sociale ancora marginale delle professioni di cura.

A tutto questo di aggiunge il burnout, una sindrome da stress cronico legata al lavoro, che mina la salute psicofisica degli operatori e si traduce in assenze, disaffezione, errori e infine abbandono del posto.

3 leve strategiche per attrarre nuovi professionisti

  1. Reputazione organizzativa e employer branding (1): Le RSA devono comunicare in modo chiaro e trasparente la loro mission, i valori etici e il clima lavorativo. Chi cerca lavoro valuta anche la cultura interna dell’organizzazione. Mostrarsi come luogo di cura anche per il personale è una carta vincente;
  2. Selezione mirata e onboarding (2) strutturato: Non basta assumere, occorre accogliere. Un processo di inserimento ben progettato, con affiancamento, mentoring e una valutazione iniziale, aumenta la probabilità di integrazione e permanenza;
  3. Collaborazione con enti formativi: La partnership con scuole, università e agenzie per il lavoro possono generare percorsi di tirocinio, borse di studio e formazione-lavoro che costruiscono un bacino di risorse fidelizzate.

Valorizzare il team: crescere insieme per restare

Chi lavora in RSA offre ogni giorno competenze tecniche, cura emotiva e relazioni profonde. Questo capitale umano va valorizzato:

  • Formazione continua su misura (non solo tecnica, ma anche relazionale ed emotiva);
  • Piani di carriera per motivare e dare prospettive;
  • Coinvolgimento nei processi decisionali per far sentire ogni operatore parte attiva del miglioramento;
  • Team leader formati per guidare gruppi con attenzione e capacità comunicativa.

Prevenire il burnout: una responsabilità gestionale

Il burnout non è una fragilità individuale: è un fallimento organizzativo! Prevenirlo significa agire su vari livelli:

  • Turni sostenibili, equi e prevedibili;
  • Supervisione psicologica sportelli di ascolto;
  • Riunioni di decompressione per condividere vissuti e soluzioni;
  • Clima di squadra basato sulla condivisione.

Il ruolo della Direzione: visione e presenza

La Direzione gioca un ruolo fondamentale: non basta gestire, serve guidare. Una leadership empaticapresentecapace di ascolto crea coesione e dà valore al lavoro di tutti.

Una RSA dove il personale si sente visto, ascoltato e riconosciuto è una struttura più solida, capace di offrire una qualità assistenziale superiore.

Il capitale umano è il futuro della tua struttura

Attrarre, formare e trattenere il personale qualificato non è solo una questione di numeri, ma di visione strategica. Le strutture che investono oggi sul benessere e sulla crescita de propri team costituiscono un modello sostenibile, capace di affrontare le sfide demografiche e normative dei prossimi anni.

Chi investe oggi sulle persone costruisce la qualità assistenziale di domani.

 

Bibliografia sintetica:

Maslach C. Leiter M.P., The Truth About Burnout (2008);
Halbesleben, J.R.B., Buckley M.R., Human Resource Management Review (2004);
Board M., McCormack B., Journal of Clinical Nursing (2018);
Cerina V., Fornara F., Manca S. (2017). European Journal of Ageing.


(1) L’employer branding è il modo in cui una struttura si presenta come datore di lavoro. In questo contesto particolare, significa costruire e comunicare un’immagine positiva della struttura, mettendo in evidenza i suoi valori, l‘ambiente di lavoro, la cura per i dipendenti e le opportunità di crescita professionale. Un buon employer branding aiuta ad attrarre candidati motivati e a fidelizzare il personale già presente.
In pratica: è ciò che fa dire a un operatore “voglio lavorare lì” oppure “mi trovo bene qui, non me ne vado”.
(2) L’onboarding è il processo di accoglienza e inserimento di un nuovo dipendente all’interno della struttura. Non riguarda solo le pratiche burocratiche, ma comprende anche affiancamento, formazione iniziale, introduzione ai colleghi, e orientamento ai valori e alle procedure della RSA. Un buon onboarding aiuta il nuovo arrivato a sentirsi parte del gruppo e a lavorare con sicurezza fin dai primi giorni.
In pratica: è il “benvenuto” organizzato e accompagnato, che trasforma un nuovo assunto in un operatore integrato.

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