Quando un anziano entra in una struttura residenziale, porta con sé non solo bisogni assistenziali, ma anche una storia di vita, fatta di legami, ricordi, passioni e significati. In un tempo in cui il rischio di spersonalizzazione dell’assistenza è elevato, l’approccio biografico rappresenta una chiave concreta per umanizzare la cura e valorizzare l’identità della persona.
Che cos’è l’approccio biografico
Conosciuto anche come Life Story Work, l’approccio biografico si fonda sull’idea che la narrazione della propria storia personale possa rafforzare il senso del sé e migliorare la qualità dell’assistenza. Gli operatori, attraverso il dialogo, l’ascolto e il coinvolgimento dei familiari, raccolgono informazioni rilevanti sulla vita della persona: dalla professione esercitata ai luoghi cari, dalle abitudini quotidiane ai piccoli gesti significativi.
Secondo Clarke e Hanson (2003), “vedere la persona dietro il paziente” è il primo passo per offrire una cura centrata non solo sui bisogni clinici, ma sui valori, sulle esperienze e sull’unicità di ciascun individuo. L’applicazione dell’approccio biografico nelle strutture socio-sanitarie consente di creare relazioni più profonde tra operatori e ospiti, riducendo il rischio di isolamento, rassegnazione e perdita di identità da parte della persona anziana.
Perché funziona: evidenze e benefici
- Per gli anziani con demenza, il Life Story Work si è rivelato efficace nel migliorare l’umore, ridurre i comportamenti disorganizzati e sostenere la memoria autobiografica residua (McKeown, Clarke, 2010). Raccontare la propria storia aiuta a ritrovare un filo conduttore, a mantenere la continuità del sé e a sentirsi ancora parte attiva della comunità.
- Per gli operatori sanitari, conoscere la biografia degli Ospiti migliora la comunicazione, aumenta l’empatia e riduce la depersonalizzazione del rapporto assistenziale (Grondahl, Persenius, 2017). In un contesto come le RSA, dove il turnover e il rischio burnout sono elevati, ritrovare il senso profondo della relazione di cura può diventare un importante fattore protettivo.
- Anche i familiari traggono beneficio da questo approccio, sentendosi coinvolti e valorizzati. Collaborano attivamente nel costruire “l’album di vita” del proprio caro, partecipano alla definizione del progetto assistenziale, e si sentono parte di una cura che tiene conto della persona, e non solo del paziente.
L’approccio biografico come standard del futuro
La recente Lancet Commission dedicata all’assistenza a lungo termine raccomanda un modello di cura realmente centrato sulla persona, che parta dal rispetto dell’identità individuale e dall’ascolto attivo della sua storia (Pot, Rabheru, 2023). In quest’ottica, l’approccio biografico si integra perfettamente con gli orientamenti più avanzati delle politiche internazionali sulla qualità dell’assistenza agli anziani, sia in contesto residenziale che domiciliare.
Le esperienze internazionali raccolte d Subramaniam e Thillainathan (2023) mostrano come strumenti semplici, come il Life Story Book, migliorino significativamente la comunicazione e la partecipazione attiva delle persone con decadimento cognitivo, rafforzando la dignità e riducendo il senso di estraneità.
Uno strumento concreto per RSA e servizi
Adottare un approccio biografico non richiede tecnologie avanzate, ma una scelta organizzativa e culturale. Occorrono operatori formati, tempo dedicato all’ascolto e strumenti semplici ma efficaci: quaderni dei ricordi, interviste guidate, fotografie, oggetti simbolici, materiali narrativi digitali. Anche le soluzioni informatiche, se ben integrate, possono essere alleate nella raccolta e gestione dei dati biografici, nel rispetto della privacy e della persona.
Margotta Medical, da sempre attenta a digitalizzare per umanizzare, sostiene modelli assistenziali che mettono al centro la storia individuale di ogni persona anziana. La tecnologia deve essere al servizio della relazione e non sostituirla – a partire dalla cartella socio-sanitaria informatizzata ABCevo: per questo anche nell’era dell’innovazione, la biografia rimane il vero cuore della cura.
Bibliografia
- Clarke A., Hanson E., Vedere la persona oltre il paziente: migliorare la cura degli anziani con un approccio biografico [trad. it.] (2003);
- McKeown J., Clarke A., L’uso del lavoro biografico con persone affette da demenza per rafforzare la cura centrata sulla persona [trad. it.] (2010);
- Grondahl V.A., Persenius M., L’uso delle storie di vita e la sua influenza su persone con demenza, familiari e personale: una revisione sistematica [trad. it.] (2017);
- Subramaniam P., Thillainathan P., Il libro della vita per migliorare la comunicazione nelle persone con demenza: una revisione sistematica delle revisioni [trad. it.] (2023);
- Pot A.M., Rabheru K., Assistenza a lungo termine centrata sulla persona per gli anziani: una nuova commissione Lancet [trad. it.] (2023);
- McKeown J., Clarke A., Il lavoro biografico nei servizi sanitari e sociali: revisione sistematica della letteratura [trad. it.] (2006);