Il 2025 rappresenta una vera e propria svolta per le Residenze Sanitarie Assistenziali e per tutte le strutture socio-sanitarie per anziani non autosufficienti. Dopo oltre venticinque anni dall’ultima normativa organica nazionale, entrano finalmente in vigore i nuovi criteri nazionali per l’accreditamento delle RSA, introdotti con il Decreto Legislativo 29/2024. Non si tratta di un semplice aggiornamento di burocrazia, ma di una rivoluzione che impone standard più elevati di qualità, sicurezza e personalizzazione dell’assistenza.

Per chi gestisce una RSA, una casa di riposo o una struttura socio-sanitaria, conoscere questi cambiamenti è oggi più che mai una necessità. E non solo per rispettare le nuove regole: il rischio concreto, per chi non si adegua in tempo, è di non poter più accedere ai fondi del Servizio Sanitario o, nei casi estremi, di perdere l’accreditamento stesso.

Vediamo quindi in modo chiaro, senza tecnicismi, cosa prevede la normativa, quali sono le scadenze e cosa serve fare subito.

Cosa cambia per le strutture: nuovi standard, più qualità e sicurezza

Con l’Intesa Stato-Regioni siglata ad aprile 2025, il Ministero della Salute ha definito criteri unificati e vincolanti per tutte le strutture residenziali e semiresidenziali per anziani. Le principali novità prevedono:

  • Più sicurezza delle cure: ogni struttura dovrà implementare procedure formali per la gestione del rischio clinico, la prevenzione delle infezioni e degli eventi avversi, inclusi registri di incident reporting e audit interni (visita il sito del software di gestione del rischio sanitario ABCrisk di Margotta Medical: abcrisk.it);

  • Presenza obbligatoria del medico responsabile di struttura, anche per le RSA di piccole dimensioni (con possibilità di condivisione tra più sedi);

  • Copertura infermieristica garantita per almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, con assistenza sociosanitaria attiva h24;

  • Nuove regole edilizie: nelle nuove strutture le camere dovranno avere massimo due posti letto e bagno privato; per quelle già esistenti sarà concesso un margine di adattamento, ma l’obiettivo dichiarato è ridurre progressivamente le camere sovraffollate;

  • Palestra riabilitativa interna obbligatoria e spazi per attività ricreative distinti dalla sala da pranzo, per favorire il benessere psicofisico degli ospiti;

  • Modello “Centro Residenziale Multiservizi” (CRM): le RSA potranno ampliare i servizi, offrendo cure domiciliari, diurne, di sollievo e post-acuzie, rendendosi hub di servizi sociosanitari integrati con il territorio.

Scadenze: il conto alla rovescia è già iniziato

Il decreto stabilisce un periodo transitorio di 24 mesi per le strutture già operative al 19 marzo 2024. Questo significa che entro marzo 2026 tutte le RSA dovranno completare l’adeguamento ai nuovi criteri. Non è previsto alcun finanziamento dedicato: ogni intervento ricadrà sui bilanci delle strutture, anche quelle accreditate, sia pubbliche che private;

Attenzione però: già nel corso del 2025 le Regioni stanno iniziando i controlli e le verifiche preliminari, con la creazione di tavoli di monitoraggio e l’attivazione di audit congiunti nazionali e regionali. Questo rende necessario avviare già ora una pianificazione attenta degli interventi, per non rischiare di trovarsi fuori tempo massimo.

Cosa devono fare oggi i titolari di struttura

Per non essere colti impreparati, i gestori di RSA e case di riposo devono attivarsi immediatamente su tre fronti principali:

  1. Mappare lo stato attuale della struttura: valutare, anche con l’aiuto di consulenti esterni, il grado di conformità ai nuovi requisiti (organizzativi, edilizi, di personale, documentali) e redigere un piano di adeguamento dettagliato;
  2. Avviare la formazione interna: formare il personale sui nuovi protocolli, sulla gestione del rischio clinico e sulla comunicazione empatica con ospiti e familiari (per fare un incontro gratuito conoscitivo con il team di Margotta Medical per la gestione del rischio sanitario e valutare se essere seguito passo passo da noi scrivi a: info@margottamedical.it;
  3. Investire in strumenti di gestione digitale: adottare software integrati per la gestione della cartella socio-sanitaria, del rischio clinico e della qualità assistenziale, così da facilitare il rispetto delle nuove procedure e ridurre il rischio di errori o dimenticanze.

Conclusione

Il nuovo accreditamento non è solo un obbligo normativo: è un’occasione per ripensare il modo in cui si gestiscono le strutture per anziani in Italia. Più qualità, più sicurezza, più attenzione alla persona e al territorio. Ma attenzione: i tempi sono stretti, e chi parte tardi rischia di restare indietro.

Per questo, il consiglio da vecchio operatore del settore è chiaro: non aspettate che arrivi la lettera di diffida o la visita di vigilanza. Fate oggi quello che domani diventerà obbligatorio. La buona notizia? Le tecnologie ci sono, i partner pure. Sta solo a voi fare il primo passo.

Fonti:

  • Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Decreto Legislativo 15 marzo 2024, n. 29. Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane. Serie Generale n. 65, 18 marzo 2024.

  • Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP). Pubblicato in Gazzetta il decreto anziani: cosa cambia per RSA e strutture. Roma, aprile 2025.

  • Fare Sanità Magazine. Sicurezza requisito per l’accreditamento delle RSA. Milano, aprile 2025.

  • Confcommercio Salute, Sanità e Cura. Schema di decreto requisiti strutture per anziani – Le azioni di Confcommercio Salute. Genova, aprile 2025.

  • Centro Informare UNH. Newsletter n. 24. Criteri condivisi ed omogenei a livello nazionale per l’individuazione dei requisiti di sicurezza e qualità delle RSA. Aprile 2025.

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