Le residenze sanitarie assistenziali (RSA), le case di riposo e le strutture semi‑residenziali ospitano una popolazione molto fragile. L’igiene degli ambienti e la cura personale non sono un semplice obbligo, ma il principale strumento di prevenzione per ridurre le infezioni correlate all’assistenza (ICA). Nel 2023‑24 il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha stimato che il 3,1 % dei residenti nelle RSA europee aveva almeno un’infezione; le più frequenti erano urinarie, respiratorie e cutanee. La stessa indagine ha evidenziato lacune importanti: una struttura su cinque non dispone di personale formato in controllo delle infezioni e meno della metà possiede un comitato per l’IGP (Infection prevention and control). Alla luce di questi dati, a marzo 2025 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato una nuova strategia globale: l’accento è posto sul rafforzamento dei programmi IPC e sull’accesso universale a servizi di WASH (Water, Sanitation and Hygiene). Per l’OMS la prevenzione è anche un investimento: ogni dollaro speso può generare oltre 24 dollari di benefici grazie alla riduzione dei costi sanitari e alla produttività.
Pulizia e disinfezione degli ambienti
La sanificazione degli spazi comuni deve seguire protocolli precisi. Le superfici più toccate (maniglie, corrimano, tavoli, pulsanti) vanno pulite più volte al giorno con detergenti autorizzati a livello europeo e soluzioni alcoliche; l’OMS raccomanda la sterilizzazione regolare degli strumenti, la disponibilità di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani in tutti i reparti e l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale. L’igiene dei bagni, dei lavabi e delle aree comuni rimane un punto critico: la disinfezione accurata previene la diffusione di Staphylococcus aureus, E. coli e norovirus. Le pulizie profonde (materassi, tende, impianti di climatizzazione) dovrebbero essere programmate periodicamente: i filtri dell’aria condizionata devono essere sostituiti per limitare la circolazione di allergeni e agenti patogeni aerodispersi.
Un’attenzione crescente è rivolta alla sorveglianza. L’Istituto superiore di sanità (ISS) coordina dal 2023 il progetto “La tutela della salute nelle strutture residenziali socio‑sanitarie”, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie. Il progetto coinvolge otto regioni e mira a formare il personale e a mettere a regime un sistema di sorveglianza per le ICA; l’obiettivo è disporre di indicatori confrontabili con le reti europee e di un monitoraggio standardizzato per tutte le RSA. Parallelamente, il Ministero della Salute e l’ISS hanno pubblicato nel 2024 nuovi protocolli per la sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica e hanno potenziato la formazione online per infermieri e operatori.
Igiene personale e prevenzione
Gli ospiti, spesso non autosufficienti, dipendono dal personale per le pratiche quotidiane. Il lavaggio del corpo, la pulizia della cavità orale, la cura dei capelli e delle unghie richiedono attenzione e delicatezza. La cute degli anziani è più fragile e suscettibile a lesioni; l’uso di detergenti neutri e di creme protettive previene decubiti e micosi. L’OMS sottolinea che la corretta igiene delle mani rimane la misura singola più efficace contro la trasmissione dei patogeni. I dati dell’ECDC mostrano che molte RSA non dispongono di programmi di gestione degli antibiotici e che quasi un terzo non monitora l’igiene delle mani del personale; investire in formazione e audit periodici è quindi prioritario. L’igiene orale va garantita con spazzolatura regolare, controlli odontoiatrici e pulizia delle protesi per prevenire parodontite e polmoniti ab ingestis.
Novità normative italiane
L’Italia sta ridefinendo i requisiti per le strutture che ospitano anziani non autosufficienti. Il Decreto legislativo 29/2024 e l’Intesa Stato‑Regioni di aprile 2025 hanno introdotto criteri nazionali per l’accreditamento delle RSA. Oltre alla presenza obbligatoria del responsabile medico e della copertura infermieristica per almeno 12 ore al giorno, le nuove regole prevedono camere con massimo due posti letto e bagno privato, una palestra riabilitativa e spazi ricreativi, nonché procedure formali di gestione del rischio clinico e della prevenzione delle infezioni. Tutte le strutture già operative al 19 marzo 2024 avranno 24 mesi per adeguarsi ai nuovi standard.
Particolare rilevanza è data alla sicurezza. La Conferenza Stato‑Regioni ha chiarito che l’accreditamento dipenderà anche dalla capacità delle RSA di adottare piani per la gestione del rischio sanitario, la prevenzione delle ICA e degli eventi avversi, la gestione delle emergenze e la segnalazione degli incidenti. È un cambiamento che trae origine dalla legge Gelli‑Bianco del 2017 e che responsabilizza le direzioni sanitarie: le strutture devono dimostrare di applicare concretamente i protocolli di disinfezione, sterilizzazione, sorveglianza microbiologica e gestione della biancheria. La prospettiva è di affidarsi a professionisti del rischio sanitario quando le competenze interne sono insufficienti.
Conclusione
L’igiene nelle strutture socio‑sanitarie è oggi un tema ancora più centrale. Le nuove linee guida internazionali, l’attenzione alla gestione dell’antimicrobico‑resistenza e le norme italiane sull’accreditamento impongono standard più elevati di pulizia, disinfezione e formazione. Affinché questi obiettivi si traducano in salute per gli anziani, è fondamentale la collaborazione tra operatori, ospiti e istituzioni: la prevenzione non è solo un dovere professionale ma un investimento etico, economico e sociale.
Fonti
- Chiara Sideri, Nurse24, Infezioni nosocomiali: nuove linee guida Oms, 17 settembre 2025;
- Istituto Superiore di Sanità (ISS), EpiCentro, Prevenzione e controllo delle infezioni – Aggiornamenti, 21 novembre 2024;
- Tommaso Vesentini, Bees Sanità Magazine, Sicurezza: requisito per l’accreditamento delle RSA, 23 aprile 2025;
- Redazione Doctor33, Igiene mani, Ecdc: il 3,1% dei residenti nelle Rsa europee con infezioni correlate all’assistenza, 5 maggio 2025.






